Il Lump o Cisti delle Piume

Le “lumps” — letteralmente “grumi” o “cisti” — sono un problema relativamente comune in alcune specie di uccelli e pappagalli, che consiste in un’anomala crescita delle piume sotto la pelle. Questo disturbo può provocare disagio nel soggetto colpito e, se trascurato, sfociare in complicazioni più serie. In questo articolo analizzeremo l’origine, i fattori di rischio, le specie più predisposte, le conseguenze e i trattamenti consigliati, con un approccio aggiornato e accessibile anche ai lettori non esperti.
Indice dei contenuti
1. Che cosa sono i “lumps” (cisti delle piume)
- Definizione
Il termine inglese “lumps” indica un groviglio di piume sottili e filiformi che, anziché uscire normalmente dal follicolo e disporsi diritte, rimangono attorcigliate le une alle altre sotto pelle. In pratica, la punta della piuma cresce nell’epidermide anziché emergere, formando una sorta di piccola cisti o “grumo”. - Meccanismo di formazione
- Piuma in crescita intrappolata: la struttura della piuma (calamo e rachide) non riesce a perforare completamente l’epidermide, restando bloccata all’interno.
- Cisti pilifera: la parte terminale della piuma continua a crescere, accumulandosi nel follicolo e nel sottocute, dando origine a una cisti contenente cheratina, sangue residuo e scarti cellulari.
- Groviglio di barbe e barbule: anziché assumere la forma piatta e ordinata, le barbe della penna si intrecciano, ostacolando ulteriormente l’uscita del pennuto.
2. Cause e fattori di rischio
2.1 Predisposizione genetica
- Origine ereditaria:
Numerosi allevatori hanno osservato che, all’interno di uno stesso allevamento in cui convivono razze diverse, i “lumps” compaiono quasi esclusivamente in soggetti appartenenti alla stessa linea parentale. Ciò suggerisce un’eziologia prevalentemente genetica. - Selezione riproduttiva:
- Evitare di far accoppiare soggetti già affetti da lumps, poiché la trasmissione ereditaria è molto probabile.
- In presenza di un esemplare con questa patologia, si consiglia di interromperne l’utilizzo in riproduzione e, preferibilmente, sostituirlo con un animale esente.
2.2 Traumi cutanei e infezioni
- Microtraumi ripetuti: graffi o beccate reciproche in gabbie troppo piccole o in presenza di compagni aggressivi possono danneggiare il follicolo piumale, aumentando il rischio di crescita aberrante delle penne.
- Infezioni batteriche o micotiche: un’infezione locale (es. stafilococchi, batteri Gram negativi o funghi) può infiammare il follicolo, ostacolando l’uscita regolare della penna e favorendo la formazione della cisti.
2.3 Specie e mutazioni geneticamente predisposte
- Canarini:
- Razze “brinati”, “mosaico” e “Gloster” presentano una maggiore incidenza di lumps.
- Pappagalli australiani:
- Cocorite (Melopsittacus undulatus) e Calopsiti (Nymphicus hollandicus) sono frequentemente segnalate.
- Agapornis e altri psittacidi:
- Alcune linee di Agapornis (in particolare le mutazioni “lutino” o “albino”) possono manifestare questa problematica con maggiore frequenza.
- Mutazioni cromatiche:
- In molte specie al fine di ottenere mutazioni (lutino, albino, blu), si crea un’alterazione del corredo genetico che, pur conferendo colore insolito, può esporre a difetti nella cheratinizzazione del follicolo.

3. Sintomi e complicanze
3.1 Segni clinici
- Piccola protuberanza cutanea
All’esame visivo si nota un lieve rigonfiamento sotto la pelle, di consistenza più dura rispetto al tessuto normale. Il pennuto può cercare di lisciare le piume in quel punto, sfregarle contro i posatoi o beccarsi. - Piume arruffate
Intorno alla zona interessata, le altre penne risultano arricciate o disordinate, poiché il soggetto cerca di lenire il prurito o estrarre la penna intrappolata. - Prurito e fastidio
L’uccello tende a grattarsi frequentemente, sbattere le penne o strofinarsi contro le pareti della gabbia.
3.2 Complicanze se non trattato
- Formazione di ascessi
Se la cisti si lacera o si infetta (ad esempio coprendosi di feci nella zona cloacale o rimani inumidita), può svilupparsi un ascesso profondo: raccolta di pus e materiale necrotico che richiede intervento immediato. - Ferite autoindotte
Il soggetto può procurarsi graffi o piccole ferite cercando di estrarre la penna incastrata, aumentando il rischio di infezioni secondarie. - Problemi motori
Se i lumps si localizzano in prossimità delle giunture (es. spalla o anca), possono limitare la capacità di volo o altera il movimento delle ali e delle zampe. - Calo del benessere generale
Dolore costante, infezioni ricorrenti e difficoltà di balansamento possono portare a perdita di appetito e calo ponderale, con conseguente peggioramento dello stato immunitario.
4. Diagnosi e prevenzione
4.1 Controllo periodico del piumaggio
- Ispezione settimanale
Ogni settimana, con luce naturale o lampada, controllare la crescita delle nuove penne (piumini e remiganti) alla ricerca di piccoli noduli sotto pelle. - Uso di lente d’ingrandimento
Nei soggetti ad alto rischio genetico o in specie predisposte, una lente permette di individuare in anticipo inizi di cisti anche di pochi millimetri.
4.2 Anamnesi familiare e selezione dei riproduttori
- Blocco riproduttivo
Non destinare alla riproduzione soggetti che in passato hanno manifestato lumps o che abbiano fratelli/genitori colpiti da cisti delle piume. - Registro genealogico
Tenere un quaderno di allevamento con dati su genitori, progenie e insorgenza di cisti, per individuare linee a più alto rischio ed escluderle dalla selezione.
4.3 Igiene dell’ambiente
- Disinfestazione regolare
Mantenere gabbie e voliere pulite, evitando accumulo di polvere, feci e resti di cibo, che possono favorire infezioni cutanee. - Eliminazione dei microtraumi
Prediligere posatoi di spessore variabile, privi di superfici taglienti; evitare giustapposizioni di rami troppo vicini, dove l’uccello potrebbe danneggiarsi inconsapevolmente. - Isolamento tempestivo
Quando un soggetto mostra i primi segni di cisti, spostarlo in gabbia singola per evitare che i compagni lo importunino, ridurre lo stress e prevenire ferite da beccate.
5. Trattamenti consigliati
5.1 Gestione domiciliare e medicinali topici
- Tintura di iodio
- Applicare con un cotton-fioc sterile una piccola quantità di tintura di iodio (soluzione al 2–3 %) direttamente sul “lump” 1–2 volte al giorno.
- L’azione disinfettante e astringente favorisce l’essiccamento della cisti, che, gradualmente, si riduce di volume fino a cadere.
- Legatura della base con filo in seta o nylon sottilissimo
- Passare un filo sterile alla base del grumo, stringendo con delicatezza ma con fermezza. Il flusso di sangue alla cisti viene ridotto, contribuendo al suo disseccamento in 3–5 giorni.
- Controllare quotidianamente lo stato di colorazione e di odore della zona.
- Importante: se il soggetto si innervosisce in modo eccessivo, sospendere immediatamente la legatura e preferire il trattamento topico con iodio.
- Prodotti chelanti e disinfettanti topici
- In commercio esistono gel a base di calamina o prodotti con ossido di zinco, utili a tenere la zona asciutta e a prevenire infezioni secondarie. Applicare uno strato sottile dopo la detergenza con soluzione fisiologica.
5.2 Intervento veterinario
- Selezione dei casi da chirurgia
- Cisti recidivanti o infette: quando il trattamento domiciliare non è risolutivo o la cisti si presenta già sovrainfetta (pus, cattivo odore).
- Dimensioni elevate: se la cisti supera i 5–6 millimetri di diametro, può essere necessario un piccolo intervento per rimuovere completamente il sacco cistico e la restante parte di piuma inglobata.
- Procedure chirurgiche
- Anestesia locale o leggera sedazione: il veterinario esperto in avian medicine opta per anestetico a breve durata e monitoraggio dei parametri vitali.
- Escissione della cisti: rimozione del sacco cheratinico e della punta di piuma inclusa, seguita da sutura molto delicata (punti riassorbibili).
- Esame istologico del tessuto: in casi dubbiosi, per escludere forme neoplastiche o altre patologie cutanee più gravi.
- Costi e rischi
- L’intervento può costare anche diverse decine di euro, a seconda del veterinario e della zona geografica.
- Rischi anestesiologici e complicanze postoperatorie (emorragie, infezioni, recidive) devono essere valutati caso per caso.
- Follow‐up
- Controllo a 7–10 giorni per rimozione (se necessari) dei punti o verifica della guarigione.
- Terapia antibiotica e antinfiammatoria scelta dal veterinario per 3–5 giorni.
6. Prevenzione a lungo termine e salute della progenie
6.1 Scelta dei riproduttori
- Selezione:
- Eliminare dalla riproduzione tutti i soggetti che in passato hanno presentato lumps o che ne hanno manifestazione lieve.
- Allevare linee “pulite”: collaborare con altri allevatori, scambiandosi soggetti a basso rischio per mantenere la variabilità genetica e ridurre la consanguineità che amplifica la comparsa di difetti.
6.2 Monitoraggio della prole
- Controlli regolari già intorno alle 6–8 settimane di età: in questa finestra, le piume di adulto iniziano a emergere; l’insorgenza di lumps si nota spesso in concomitanza con la muta.
- Ispezione settimanale fino a 12–16 settimane di vita, poiché in periodi di rapida crescita i follicoli sono più sensibili a difetti di cheratinizzazione.
6.3 Stile di vita e alimentazione preventiva
- Supporto nutrizionale:
- Vitamine A e D3: fondamentali per la formazione del tessuto epidermico e dei follicoli; includere nell’alimentazione integratori o pastoncino arricchito (attenzione alle quantità per evitare ipervitaminosi).
- Omega‐3 e Omega‐6: acidi grassi essenziali per la qualità del piumaggio; somministrare semi di lino o piccole quantità di olio di pesce in gocce (circa 1 goccia ogni 50 g di mangime).
- Minerali: cofattori enzimatici nella cheratinizzazione; usare integratori specifici.
- Ambiente stimolante e sicuro:
- Gabbie spaziose: garantire almeno 70 × 50 × 50 cm per coppia di piccoli pappagallini (es. cocorite, inseparabili), spazio maggiore se più specie convivono.
- Posatoi naturali: rami di diametro vario e corteccia non trattata, utili a mantenere in forma le zampe e a prevenire microtraumi.
- Igiene quotidiana: rimuovere immediatamente feci e alimenti avanzati; cambiare l’acqua ogni giorno; disinfettare a rotazione (almeno 1 volta alla settimana) con soluzioni a base di candeggina diluita (1 parte di candeggina in 30 di acqua), sciacquare abbondantemente.
- Riduzione dello stress: limitare rumori improvvisi, evitare cattivi odori (pulire regolarmente il fondo gabbia), non sovraffollare la gabbia con troppi soggetti o specie incompatibili.
7. Conclusioni
Le cisti delle piume (lumps) rappresentano una patologia che, pur non essendo sempre letale, richiede attenzione costante da parte di allevatori e appassionati. Grazie a un insieme di buone pratiche — dalla selezione genetica delle coppie alla pulizia quotidiana, dall’alimentazione bilanciata al tempestivo trattamento domiciliare o chirurgico — è possibile ridurre drasticamente l’incidenza di questo disturbo e garantire il benessere dei nostri pennuti.
Punti chiave da ricordare:
- Predisposizione genetica: evitare di riprodurre soggetti affetti o con parentela diretta.
- Ispezioni frequenti: controlli settimanali del piumaggio con lente d’ingrandimento.
- Ambiente igienizzato: gabbie pulite, posatoi naturali e spazio sufficiente per ridurre microtraumi.
- Trattamento rapido: tintura di iodio e legatura della base per cisti piccole; intervento veterinario solo per casi infetti o recidivanti.
- Supporto nutrizionale: pastoncino proteico, integratori vitaminici (A, D3), minerali (zinco, rame) e acidi grassi essenziali.
Con una gestione consapevole e proattiva, i “lumps” possono essere compresi, prevenuti e, quando compaiono, trattati efficacemente, salvaguardando la salute e il benessere dei nostri amici pennuti.
Disclaimer: questo articolo non sostituisce in nessun modo il confronto con il vostro veterinario di fiducia. In caso di dubbi, rivolgetevi sempre ad un esperto per il bene dei vostri pappagalli.
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