Malattie dei Pappagalli ed Uccelli

La Congiuntivite nei Pappagalli ed Uccelli

 La congiuntivite è un disturbo infiammatorio che colpisce la membrana congiuntivale, ovvero il sottile strato che riveste la parte interna delle palpebre e parte del bulbo oculare. Nei pappagalli e in altri uccelli da compagnia, questa condizione è molto frequente tra le malattie dei pappagalli, se sottovalutata, può evolvere in complicanze gravi, non solo oculari ma anche respiratorie e sistemiche.

Riconoscere per tempo i sintomi, comprenderne le cause e affidarsi a un veterinario esperto in animali esotici è fondamentale per garantire un intervento efficace e preservare la salute visiva e generale del soggetto colpito.


Quando preoccuparsi: i sintomi della congiuntivite aviaria

I segnali clinici della congiuntivite in un pappagallo possono manifestarsi in modo graduale o acuto. Spesso il primo sintomo evidente è la lacrimazione anomala o persistente, ma può accompagnarsi rapidamente ad arrossamento, gonfiore delle palpebre e difficoltà ad aprire l’occhio.

Un pappagallo affetto da congiuntivite tende a strofinarsi frequentemente l’occhio con la zampa o contro le superfici della gabbia, peggiorando la situazione. In alcuni casi compaiono secrezioni sierose o mucose, che, se non rimosse, possono formare incrostazioni attorno all’occhio. L’animale può mostrarsi infastidito, più nervoso del solito, e meno reattivo all’ambiente esterno.

Se la causa è infettiva e coinvolge le prime vie respiratorie, si possono osservare anche sintomi respiratori come scolo nasale, starnuti, respirazione faticosa e apertura del becco a riposo.


Quali sono le cause: infezioni, irritazioni e carenze

La congiuntivite non è una malattia unica, ma una manifestazione clinica che può avere origini diverse. Nella maggior parte dei casi, è il risultato di un’infezione batterica, fungina o virale, ma non vanno esclusi fattori ambientali o carenze nutrizionali.

Infatti, condizioni ambientali scorrette, come eccessiva secchezza dell’aria, polvere, fumo passivo o ventilazione diretta, possono provocare irritazioni oculari persistenti. In allevamento, l’uso di lettiere non adatte (polverose), disinfettanti aggressivi o l’accumulo di di feci non rimosse rappresentano ulteriori fattori irritativi.

congiuntivite nei pappagalli

Rischio di contagio e importanza dell’isolamento

In caso di congiuntivite infettiva, il rischio di contagio per altri volatili presenti nella stessa abitazione è reale e va affrontato con serietà. La trasmissione può avvenire per contatto diretto, ma anche in modo indiretto attraverso posatoi, mangiatoie, gocce di saliva o secrezioni oculari e respiratorie.

Per questo motivo, al primo sospetto, è consigliabile spostare il soggetto in un ambiente separato, ben igienizzato e facilmente controllabile. Le regole di quarantena vanno sempre applicate in ogni caso sospetto di malattia.


Perché è fondamentale la visita da un veterinario aviario

Molti proprietari, nel tentativo di alleviare il disagio del proprio animale, sono tentati di ricorrere a colliri o pomate oftalmiche ad uso umano o per cani e gatti. Questa pratica è altamente sconsigliata. L’occhio del pappagallo ha una struttura anatomica differente, e alcune molecole comunemente usate in altri animali possono essere tossiche o del tutto inefficaci nei volatili.

Solo un veterinario esperto potrà stabilire:

  • se si tratta effettivamente di congiuntivite o di una patologia più complessa;
  • quale agente patogeno è coinvolto (attraverso esami);
  • se la somministrazione deve essere locale, sistemica o combinata.

Il trattamento potrà includere antibiotici, antimicotici, integratori vitaminici e, nei casi più gravi, supporto respiratorio e ospedalizzazione. La prognosi, se l’intervento è tempestivo, è generalmente favorevole.


Cosa puoi fare a casa nell’attesa della visita

In attesa dell’intervento del veterinario, si può agire con cautela per contenere i sintomi e migliorare il comfort dell’animale, senza interferire con la diagnosi futura.

È possibile pulire delicatamente la zona perioculare con una garza sterile inumidita con soluzione fisiologica, evitando sfregamenti o pressioni. La frequenza non deve superare una volta al giorno, per non irritare ulteriormente i tessuti.

L’ambiente dove è ospitato il soggetto dovrebbe essere tranquillo, privo di correnti d’aria, ben ventilato ma non secco, con un tasso di umidità moderato (ideale tra 55% e 65%).

In nessun caso vanno utilizzati colliri antibiotici senza prescrizione o prodotti a base di corticosteroidi, che possono mascherare i sintomi e aggravare il quadro clinico.


Conclusione

La congiuntivite nei pappagalli, pur essendo una condizione curabile, va sempre considerata un campanello d’allarme, mai un fastidio passeggero. L’occhio è una delle strutture più delicate del corpo di un volatile, e la sua infiammazione è spesso segno di un problema più ampio.

Intervenire tempestivamente con l’aiuto di un veterinario specializzato, rispettare le misure igieniche e non improvvisare terapie può fare la differenza tra una semplice infezione e una compromissione permanente della vista o della salute generale dell’animale.

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Emanuele

Grafico pubblicitario con una spiccata passione per il web, il marketing e i social. Specializzato in ornitologia, ho fondato il primo blog italiano dedicato ai pappagalli. Unisco creatività e professionalità per dare vita a progetti informativi utili, originali e coinvolgenti.

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