Malattie dei Pappagalli ed Uccelli

Vermi nelle feci di galline e pappagalli: ascaridi e come eliminarli

Il ritrovamento di vermi nelle feci di una gallina o di un pappagallo è un evento che colpisce molto il proprietario. Vedere filamenti bianchi, cilindrici e mobili nelle deiezioni suscita immediata preoccupazione, ma rappresenta anche un importante segnale clinico che non va trascurato. Le parassitosi intestinali, infatti, sono tra le cause più comuni di malessere e calo di performance negli avicoli, così come di problemi sanitari negli psittacidi allevati in cattività. La distinzione tra i vari tipi di parassiti intestinali è fondamentale per poter adottare il trattamento corretto, ed è proprio qui che spesso nascono dubbi ed errori: ciò che viene comunemente chiamato “verme” può in realtà appartenere a specie e gruppi molto diversi tra loro.

Ascaridi: i nemici più comuni

Gli ascaridi sono nematodi, cioè vermi tondi, appartenenti al genere Ascaridia. Nelle galline la specie più frequente è Ascaridia galli, mentre nei pappagalli e in altri uccelli ornamentali si possono riscontrare Ascaridia columbae o Ascaridia platyceri. Sono parassiti molto resistenti, capaci di compiere il loro ciclo vitale interamente all’interno dell’ospite e di contaminare l’ambiente circostante con milioni di uova. Queste uova, una volta eliminate con le feci, possono sopravvivere per mesi nelle lettiere e nei terreni umidi, rendendo il contagio estremamente facile e ricorrente. L’infezione avviene per ingestione accidentale di materiale contaminato, ed è per questo motivo che pollai e voliere con scarsa igiene rappresentano l’habitat ideale per la diffusione di questa parassitosi.

Come riconoscerli e distinguerli dalle tenie

L’aspetto macroscopico degli ascaridi è abbastanza caratteristico: si presentano come vermi cilindrici, bianchi, lunghi da pochi centimetri fino a oltre 10 nei casi più avanzati. Spesso si ritrovano interi nelle feci, oppure possono fuoriuscire spontaneamente dall’animale. Questo aspetto li differenzia nettamente dalle tenie, che invece sono cestodi, cioè vermi piatti. Le tenie raramente si presentano intere, molto più spesso vengono eliminate in segmenti chiamati proglottidi, piccoli pezzi bianchi e appiattiti simili a chicchi di riso. È proprio questa differenza visiva – lunghi e cilindrici per gli ascaridi, frammentati e piatti per le tenie – a rappresentare il criterio principale per distinguerli in modo pratico. Oltre a tenie e ascaridi, altri nematodi come capillarie ed eterakis possono colpire le galline, ma sono molto più difficili da osservare a occhio nudo e richiedono esami specifici.

Sintomi e conseguenze dell’infestazione

Un’infestazione da ascaridi non si limita alla semplice presenza di vermi nelle feci. In molti casi l’animale può apparire abbattuto, con piumaggio arruffato e crescita rallentata. Nelle galline ovaiole la produzione di uova tende a diminuire e la qualità del guscio peggiora, mentre nei giovani soggetti la parassitosi può compromettere lo sviluppo, portando a magrezza cronica nonostante un’alimentazione adeguata. Nei pappagalli, oltre al dimagrimento, si possono osservare episodi di diarrea, feci maleodoranti e, nei casi più gravi, occlusione intestinale dovuta all’ammassamento dei vermi. La parassitosi rappresenta anche un fattore predisponente per altre infezioni batteriche e virali, poiché il sistema immunitario risulta indebolito.

Diagnosi corretta

L’osservazione diretta delle feci permette di sospettare con buona certezza la presenza di ascaridi, ma la diagnosi definitiva deve basarsi su esami parassitologici. Attraverso la tecnica di flottazione o lo striscio fecale è possibile identificare le uova caratteristiche al microscopio. Questo passaggio è particolarmente utile nei casi in cui non si vedano vermi interi, ma i sintomi facciano sospettare una parassitosi. La conferma di laboratorio consente inoltre di distinguere tra ascaridi, capillarie e tenie, ognuno dei quali richiede strategie terapeutiche differenti.

Trattamento e farmaci disponibili

Il trattamento degli ascaridi si basa sull’uso di antielmintici specifici. In Italia sono disponibili diversi principi attivi efficaci:

  • Fenbendazolo (ad esempio Gallifen)
  • Flubendazolo
  • Levamisolo (Chemisole 2,5%)
  • Tetramisolo

Nei polli e nelle galline ovaiole, la scelta del farmaco deve sempre considerare i tempi di sospensione per carne e uova, indicati in etichetta e obbligatori per legge. Somministrazioni casuali o dosaggi errati possono risultare inefficaci o addirittura tossici, motivo per cui l’automedicazione è fortemente sconsigliata, ed il caso va attentamente esaminato da un medico veterinario aviare.

Prevenzione: la vera arma vincente

Sebbene i farmaci siano efficaci, la prevenzione resta il metodo più sicuro per ridurre la diffusione degli ascaridi. La pulizia regolare del pollaio e delle voliere, il ricambio frequente della lettiera e la disinfezione degli abbeveratoi e delle mangiatoie sono azioni fondamentali. In ambienti contaminati, le uova di Ascaridia possono sopravvivere per lungo tempo e rendere vani i trattamenti farmacologici, portando a reinfestazioni continue. Nei pollai familiari può essere utile programmare sverminazioni periodiche sotto indicazione veterinaria, mentre per i pappagalli, specie in ambienti domestici, l’attenzione deve concentrarsi sulla quarantena, pulizia e sulla prevenzione del contatto con terreni o substrati contaminati.

Conclusione

Gli ascaridi rappresentano uno dei parassiti intestinali più diffusi e sottovalutati in galline e pappagalli. La loro individuazione è spesso semplice, grazie alla presenza di vermi interi nelle feci, ma la gestione richiede competenza e attenzione. Differenziarli dalle tenie è fondamentale per adottare la terapia giusta e per evitare trattamenti inutili o dannosi. La collaborazione con un veterinario aviare resta l’unico modo per impostare un piano terapeutico corretto e sicuro, soprattutto negli psittacidi. Affrontare il problema con tempestività non significa solo salvaguardare la salute dei singoli animali, ma anche prevenire la diffusione dei parassiti nell’intero allevamento o nella voliera, garantendo così un benessere duraturo.

Disclaimer: le informazioni riportate in questo articolo hanno esclusivamente finalità divulgative e non sostituiscono in alcun modo la diagnosi, la prescrizione o il trattamento da parte di un medico veterinario. L’uso di farmaci antiparassitari deve essere sempre valutato e prescritto da un professionista abilitato, nel rispetto delle normative vigenti e delle specifiche condizioni cliniche del singolo animale. L’autore declina ogni responsabilità per un utilizzo improprio o autonomo delle indicazioni riportate.


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Emanuele

Divulgatore esperto in ornitologia, con oltre 20 anni di esperienza nell’allevamento, gestione e cura di pappagalli e uccelli esotici. Scrivo contenuti pratici e informativi per chi desidera comprenderli a fondo, migliorando il loro benessere attraverso conoscenze reali e applicabili

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