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Guida al soccorso dei nidiacei: come agire quando trovi un uccellino a terra

Ogni primavera, migliaia di cittadini in Italia si imbattono in piccoli uccellini apparentemente abbandonati a terra. Spinti da compassione, li raccolgono nel tentativo di salvarli. Ma in molti casi, questo gesto, pur animato da buone intenzioni, mette in serio pericolo la vita del nidiaceo.

In questa guida aggiornata scoprirai esattamente quando intervenire, come riconoscere le specie, cosa dare da mangiare e come comportarti correttamente per aumentare le probabilità di sopravvivenza.


Quando NON raccogliere un nidiaceo: riconoscere una situazione naturale

In natura, molti passeriformi (merli, capinere, storni, passeri…) abbandonano il nido prima di saper volare. In questa fase, i piccoli saltellano tra cespugli e radure, mentre i genitori li sorvegliano e alimentano a distanza.

Come riconoscere un nidiaceo non in pericolo:

  • È attivo: saltella, pigola, guarda attorno con attenzione e tenta di nascondersi. Si muove con vivacità anche se non sa ancora volare bene.
  • Non presenta ferite visibili: le piume sono in ordine, gli occhi sono aperti, non ci sono segni di sangue, escoriazioni o arti in posizioni anomale.
  • Si trova in una zona sicura: come un prato, un’aiuola, o sotto a un cespuglio. Non è in mezzo alla strada, su un marciapiede esposto o in prossimità di animali domestici.

In questi casi non va raccolto: l’intervento umano interromperebbe un processo naturale e ridurrebbe drasticamente le sue possibilità di sopravvivenza.


Quando raccogliere un uccellino è necessario

Intervieni solo se:

  • Il piccolo è completamente implume o ha ancora gli occhi chiusi: ciò indica che è un nidiaceo caduto prematuramente e non in grado di autoregolarsi né alimentarsi.
  • Presenta ferite visibili, ali penzolanti, sangue o difficoltà respiratorie: segni evidenti che necessitano di assistenza veterinaria urgente.
  • Si trova in luoghi molto pericolosi: per esempio in mezzo alla strada, accanto a tombini, sotto la pioggia battente, vicino a rifiuti contaminanti o in prossimità di predatori (gatti, gabbiani ecc…)
  • È immobile, tremante o con piume arruffate: condizioni che suggeriscono ipotermia, shock o malattia.

In questi casi, la sopravvivenza dipende dalla rapidità e correttezza del primo soccorso, oltre che da un celere contatto con un centro di recupero fauna selvatica.


Primo soccorso: cosa fare subito

  1. Non manipolarlo troppo: ogni minuto di manipolazione è fonte di stress per il piccolo. Maneggialo solo per trasferirlo in sicurezza e con delicatezza, mantenendolo fermo ma senza immobilizzarlo eccessivamente.
  2. Utilizza una scatola di cartone con fori per il ricircolo dell’aria: all’interno sistema carta da cucina o un panno morbido. Evita cotone idrofilo o tessuti con fili scoperti, perché le zampe del nidiaceo potrebbero impigliarsi e ferirsi.
  3. Garantisci calore costante: i nidiacei non sono ancora in grado di regolare la loro temperatura corporea. Se l’animale è freddo, usa una bottiglia di plastica riempita con acqua calda e avvolta in un panno. Non usare fonti dirette di calore come phon o stufe.
  4. Mantieni l’ambiente tranquillo: i rumori forti, la luce intensa e la presenza di persone o animali aumentano lo stress. Tieni la scatola in un luogo silenzioso, buio e lontano da distrazioni.
  5. Non forzarlo a bere o mangiare: nutrirlo nel modo sbagliato può causare soffocamento o squilibri digestivi. In attesa del CRAS, non improvvisare con alimenti inadatti.

Contatta al più presto un centro o associazione di recupero fauna:

  • Consulta il sito della Lipu per trovare il centro o l’oasi più vicina
  • Consulta il sito del WWF per trovare il centro di recupero più vicino
  • Consulta l’elenco dei veterinari aviari, possono aiutarti ad identificare il volatile e darti consigli preziosi in attesa della consegna ad un centro specializzato

Alimentazione di emergenza: cosa dare da mangiare e cosa evitare

La fase più critica è proprio l’alimentazione. Un alimento inadatto può compromettere irrimediabilmente la salute del nidiaceo, causando diarrea, blocchi intestinali, infezioni o morte per soffocamento. E’ importante riconoscere a quale specie appartiene il volatile, ed agire di conseguenza. Grazie a questa infografica sarà più facile per te:

Insettivori (merli, pettirossi, storni, cinciallegre, rondini…)

  • Cosa dare: camole della farina o del miele, piccoli insetti come grilli. In emergenza, omogenizzato di carne, pastoncino per insettivori ammollato (solo per emergenza).
  • Come somministrare: con pinzetta o siringa senza ago, ogni 30-60 minuti nelle ore diurne.
  • Attenzione: mai somministrare carne cruda, miele puro o alimenti secchi non reidratati.

Granivori (passeri, fringuelli, cardellini…)

  • Cosa dare: formula da imbecco reperibile nei negozi specializzati come “energette” e similari, questi specifici alimenti sono ideati per l’allevamento di nidiacei di uccelli granivori.
  • Come somministrare: miscelare con acqua tiepida seguendo le istruzioni sulla confezione, con siringa senza ago.
  • Frequenza: ogni 1-2 ore a seconda dell’età.

Giovani pappagalli (parrocchetti dal collare o parrocchetti monaci)

  • Cosa dare: pappine da imbecco specifiche per psittacidi (es. Nutribird A21 o Psittacus), da preparare seguendo le istruzioni del produttore.
  • Temperatura: fondamentale che la pappa sia somministrata tra i 35 e i 37 °C circa. Temperature più basse causano blocchi digestivi, quelle più alte ustioni interne.
  • Strumenti consigliati: siringa da imbecco con punta curva o cucchiaino modificato.
  • Frequenza: ogni 3 ore nei primi giorni, poi progressivamente meno fino allo svezzamento.

Cosa NON dare mai a nessun nidiaceo:

  • Latte (non digeribile, può causare morte rapida)
  • Pane, cracker, biscotti
  • Crocchette per cani o cibo umido per gatti non specifico
  • Acqua forzata (rischio di aspirazione nei polmoni)
  • Polenta, formaggio, insaccati, verdure crude

Quando in dubbio, è sempre meglio non alimentare. Alimentare male è peggio che non alimentare affatto. Mai forzare l’apertura del becco. Ricorda, non improvvisare, la vita del volatile è nelle tue mani, in attesa di essere consegnato ad un centro di recupero fauna selvatica!!


Uno strumento utile: il sito della LIPU per il riconoscimento

La LIPU ha sviluppato un portale fondamentale per aiutare chi trova un nidiaceo. Collegandosi a https://animaliferiti.lipu.it potrai:

  • Riconoscere la specie trovata
  • Capire se è necessario intervenire oppure no
  • Ricevere istruzioni pratiche e corrette
  • Trovare il CRAS più vicino alla tua zona

Un aiuto concreto per chi desidera agire nel modo più giusto, riducendo errori comuni e dannosi.

Attenzione: detenere fauna selvatica è vietato dalla legge

In Italia è illegale trattenere un animale selvatico, anche con le migliori intenzioni, oltre il tempo strettamente necessario per affidarlo a un centro specializzato. La fauna selvatica è tutelata dalla legge (L. 157/1992) e solo i Centri di Recupero autorizzati possono detenerla per finalità di cura, riabilitazione e reintroduzione in natura.

Chi trattiene o alimenta un uccellino selvatico senza autorizzazioni, anche inconsapevolmente, rischia sanzioni amministrative o penali. Per questo motivo, è fondamentale non improvvisare e contattare immediatamente un CRAS.


Conclusioni

Aiutare un nidiaceo caduto dal nido è un gesto nobile, ma deve essere fatto con responsabilità, conoscenza e rispetto per la natura. Ogni specie ha esigenze specifiche, ogni situazione va valutata con attenzione. In caso di dubbio, non improvvisare: contatta immediatamente un centro specializzato e segui i consigli dei professionisti. Così facendo, potrai davvero fare la differenza tra la vita e la morte per un piccolo essere indifeso.

Emanuele

Grafico pubblicitario con una spiccata passione per il web, il marketing e i social. Specializzato in ornitologia, ho fondato il primo blog italiano dedicato ai pappagalli. Unisco creatività e professionalità per dare vita a progetti informativi utili, originali e coinvolgenti.

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